Timocrazia

La timocrazia (dal greco τιμοκρατία timokratìa, composto di τιμή timè «onore» e κρατία kratìa «governo») è un tipo di governo in cui diritti e doveri del cittadino sono stabiliti secondo classi censitarie, cioè in base alle ricchezze possedute. Se ne trova menzione per la prima volta nell'antica Grecia, in particolare in Platone e Aristotele.[1]

Platone considerava la timocrazia una forma di governo oligarchica, ovvero di una minoranza, facendo però una distinzione netta fra il "governo dell'onore" (quindi la timocrazia in senso stretto) e il "governo del censo" (cioè l'oligarchia vera e propria), giudicando il primo migliore del secondo. Aristotele, invece, discerne il caso in cui la divisione censitaria escluda la maggioranza o la minoranza della popolazione: nel secondo caso, secondo il filosofo, si può avere democrazia. Un esempio di questa ultima forma può essere la costituzione beotica del IV secolo a.C., che pure limitava i diritti agli opliti, cittadini di "classe media" abbastanza ricchi da potersi armare a proprie spese, e che nell'esercito greco costituivano la fanteria pesante.[2]


Timocrazia

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