Nel politeismo celtico praticato in Britannia, Sulis fu una dea adorata presso la fonte termale di Aquae Sulis, odierna Bath oggi nel Somerset. Era adorata dai Romano-Britannici come Sulis Minerva. Dai suoi oggetti votivi si è capito che era considerata la Grande Madre donatrice di vita, ma anche fonte di maledizioni.[1] Le tavolette votive erano spesso scritte in codice, grazie a lettere o parole scritte al contrario. L'ordine delle parole poteva essere invertito, e le righe scritte in direzione alternata. Anche se molti testi sono in latino, occasionalmente si possono trovare in lingua celtica. Solitamente le tavolette facevano riferimento a furti di oggetti per Sulis, piccole quantità di denaro o abiti dai bagni delle terme. In linguaggio legale, le tavolette sembrano preghiere rivolte alla dea di punire i noti o ignoti autori dei furti. A Sulis si chiedeva solitamente di nuocere alla salute mentale e fisica del colpevole, mediante la negazione del sonno o addirittura con la morte. Una delle tavolette riportava un messaggio che diceva: "Dodimedis ha perso due guanti. Egli chiede che la persona che li ha rubati possa perdere la memoria e la vista nel tempio in cui prega".[2]