Giulio Andreotti | |
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Ritratto ufficiale, 1987 | |
Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 18 febbraio 1972 – 8 luglio 1973 |
Capo di Stato | Giovanni Leone |
Vice presidente | Mario Tanassi |
Predecessore | Emilio Colombo |
Successore | Mariano Rumor |
Durata mandato | 30 luglio 1976 – 5 agosto 1979 |
Capo di Stato | Giovanni Leone Sandro Pertini |
Predecessore | Aldo Moro |
Successore | Francesco Cossiga |
Durata mandato | 23 luglio 1989 – 28 giugno 1992 |
Capo di Stato | Francesco Cossiga Oscar Luigi Scalfaro |
Vice presidente | Claudio Martelli |
Predecessore | Ciriaco De Mita |
Successore | Giuliano Amato |
Presidente del Consiglio europeo | |
Durata mandato | 1º luglio 1990 – 31 dicembre 1990 |
Predecessore | Charles Haughey |
Successore | Jacques Santer |
Ministro degli affari esteri | |
Durata mandato | 4 agosto 1983 – 23 luglio 1989 |
Capo del governo | Bettino Craxi Amintore Fanfani Giovanni Goria Ciriaco De Mita |
Predecessore | Emilio Colombo |
Successore | Gianni De Michelis |
Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato | |
Durata mandato | 24 febbraio 1966 – 13 dicembre 1968 |
Capo del governo | Aldo Moro Giovanni Leone |
Predecessore | Edgardo Lami Starnuti |
Successore | Mario Tanassi |
Ministro della difesa | |
Durata mandato | 16 febbraio 1959 – 24 febbraio 1966 |
Capo del governo | Antonio Segni Fernando Tambroni Amintore Fanfani Giovanni Leone Aldo Moro |
Predecessore | Antonio Segni |
Successore | Roberto Tremelloni |
Durata mandato | 15 marzo 1974 – 23 novembre 1974 |
Capo del governo | Mariano Rumor |
Predecessore | Mario Tanassi |
Successore | Arnaldo Forlani |
Ministro delle finanze | |
Durata mandato | 6 luglio 1955 – 2 luglio 1958 |
Capo del governo | Antonio Segni Adone Zoli |
Predecessore | Roberto Tremelloni |
Successore | Luigi Preti |
Ministro dell'interno | |
Durata mandato | 19 gennaio 1954 – 10 febbraio 1954 |
Capo del governo | Amintore Fanfani |
Predecessore | Amintore Fanfani |
Successore | Mario Scelba |
Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Segretario del Consiglio dei ministri | |
Durata mandato | 1º giugno 1947 – 19 gennaio 1954 |
Capo del governo | Alcide De Gasperi Giuseppe Pella |
Predecessore | Paolo Cappa |
Successore | Mariano Rumor |
Senatore a vita della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 1º giugno 1991 – 6 maggio 2013 |
Legislatura | X, XI, XII, XIII, XIV, XV, XVI, XVII |
Gruppo parlamentare | Democristiano (X-XII) Partito Popolare (XII-XIII) DE e autonomie (XIV) Gruppo misto (XV) UDC e autonomie (XVI) Per le Autonomie (XVII) |
Tipo nomina | Nomina presidenziale di Francesco Cossiga |
Incarichi parlamentari | |
Sito istituzionale | |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 25 giugno 1946 – 31 maggio 1991 |
Legislatura | I, II, III, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X |
Gruppo parlamentare | Democristiano |
Coalizione | Centro (IV-VI) Pentapartito (VIII-X) |
Circoscrizione | Roma |
Collegio | Roma |
Incarichi parlamentari | |
Sito istituzionale | |
Deputato dell'Assemblea Costituente | |
Durata mandato | 25 giugno 1946 – 1º gennaio 1948 |
Gruppo parlamentare | DC |
Collegio | XX - Roma |
Sito istituzionale | |
Consultore della Consulta nazionale | |
Durata mandato | 25 settembre 1945 – 24 giugno 1946 |
Legislatura | Consulta nazionale |
Gruppo parlamentare | DC[1] |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | DC (1943-1994) PPI (1994-2001) DE (2001-2002) |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università degli Studi di Roma "La Sapienza" |
Professione | Politico, scrittore, giornalista |
Firma |
Giulio Andreotti (Roma, 14 gennaio 1919 – Roma, 6 maggio 2013) è stato un politico, scrittore e giornalista italiano.
È stato uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana, partito protagonista della vita politica italiana per gran parte della seconda metà del XX secolo.
Ha partecipato a dieci elezioni politiche nazionali: è stato il candidato con il maggior numero di preferenze in Italia in quattro occasioni (nel 1958, nel 1972, nel 1979 e nel 1987) e il secondo nelle altre sei (nel 1948 e nel 1953, dietro Alcide De Gasperi; nel 1963 e nel 1968, dietro Aldo Moro; nel 1976 e nel 1983, dietro Enrico Berlinguer). Infine, nel 1991 è stato nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Dal 1945 al 2013 fu quindi sempre presente nelle assemblee legislative italiane: dalla Consulta nazionale all'Assemblea costituente, e poi nel Parlamento italiano dal 1948, come deputato fino al 1991 e successivamente come senatore a vita.
Andreotti è stato il politico con il maggior numero di incarichi governativi nella storia della repubblica. Fu infatti: sette volte presidente del Consiglio (per un totale di 2652 giorni, ossia 7 anni, 3 mesi e 7 giorni) e per trentaquattro volte Ministro della Repubblica considerando anche gli incarichi ad interim: otto volte Ministro della difesa; cinque volte Ministro degli affari esteri; tre volte Ministro delle partecipazioni statali (tutte ad interim); quattro volte Ministro del bilancio e della programmazione economica (due volte ad interim nello stesso Governo Andreotti V dal 27/03/1979 al 28/03/1979 e dal 15/07/1979 al 03/08/1979); tre volte Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato; due volte Ministro delle finanze; due volte Ministro dell'interno, la prima a soli trentacinque anni (è tuttora il più giovane eletto a tale carica nella storia repubblicana), la seconda volta lo fu a interim nel suo 4º governo; due volte Ministro per i beni culturali e ambientali (ad interim); due volte Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno (nei governi Moro IV e Moro V); una volta Ministro del tesoro; una volta Ministro delle politiche comunitarie (ad interim), una volta Ministro per il coordinamento della ricerca scientifica e tecnologica (ad interim nel suo V governo). Nella storia della Repubblica Italiana Andreotti è il secondo Presidente del Consiglio per numero di giorni in carica, superato solo da Silvio Berlusconi.
A cavallo tra XX e XXI secolo fu imputato in un processo per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.[2] Fu assolto in primo grado dal Tribunale di Palermo con sentenza del 23 ottobre 1999. La Corte d'appello di Palermo, con sentenza del 2 maggio 2003, dichiarò commessi ma prescritti i reati anteriori alla primavera del 1980, mentre fu confermata l'assoluzione per tutti gli avvenimenti successivi dal momento che la corte rilevò che dopo quella data, anche come conseguenza dell'omicidio di Piersanti Mattarella, presidente democristiano della Regione Siciliana, egli mutò atteggiamento portando avanti un "incisivo impegno antimafia condotto nella sede sua propria dell'attività politica".[3][4] La Cassazione, infine, confermò la sentenza di appello ed Andreotti pagò le spese processuali.[5]
È stato sposato dal 1945 con Livia Danese (1921-2015), da cui ha avuto quattro figli: Marilena (1946), Lamberto (1950), Stefano (1952) e Serena (1954). Nel luglio del 2007 ha donato l'archivio personale (incrementandone poi la dotazione documentaria fino alla scomparsa) all'Istituto Luigi Sturzo.