L'elemento base della cucina azteca era il mais, un tipo di coltivazione molto importante nella società azteca che giocò un ruolo importante anche nella mitologia. Come il frumento in Europa, o il riso in buona parte dell'Asia orientale, il mais rappresentava l'alimento senza il quale un pasto non si poteva definire tale. Le altre costanti del cibo azteco erano sale e peperoncino, e la definizione base di digiuno azteco era quella di astenersi da questi due elementi. Altri ingredienti molto usati erano i fagioli e la varietà locale dei semi di amaranto e della chía (Salvia). La combinazione di mais e altri alimenti base forniva all'azteco medio una dieta completa senza carenza di vitamine o minerali. Per la preparazione delle tortilla e di altri piatti si usava il nixtamal, un tipo di mais cotto in soluzioni alcaline, con valori nutritivi molto elevati.
Acqua, atole e pulque (il succo fermentato dell'agave salmiana) erano le bevande più comuni, ed esistevano molte bevande alcoliche ottenute fermentando il miele, il succo di diverse cactacee e vari frutti. Il ceto alto non beveva pulque, considerata la bevanda del popolo, preferendo bevande ottenute dalla lavorazione del cacao. Si trattava di uno dei maggiori lussi; era la bevanda di re, guerrieri e nobili, e veniva insaporita con peperoncino, miele e un'infinita lista di spezie ed erbe.
La dieta azteca comprendeva un'incredibile varietà di animali; tacchini e altro pollame, geomidi, iguana, axolotl (un genere di salamandra d'acqua), gamberi, pesci e molti insetti, larve e uova di insetti. Mangiavano anche molti funghi, tra cui il huitlacoche (Ustilago maydis), parassita del granturco. Le cucurbitacee erano molto popolari e venivano cucinate in molti modi: se ne mangiavano i semi, fresche, essiccate o arrostite. I pomodori, molto differenti dalle varietà coltivate oggi, erano consumati conditi con peperoncino o come ripieno all'interno del tamales.