Spedizione di Sapri parte del Risorgimento | |||
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Monumento allo sbarco di Pisacane a Sapri in occasione del 100º anniversario | |||
Data | 25 giugno - 1º luglio 1857 | ||
Luogo | Sapri | ||
Esito | vittoria borbonica | ||
Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
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La spedizione di Sapri fu una impresa rivoluzionaria tentata da Carlo Pisacane e da un gruppo ristretto di mazziniani, che nei piani consisteva nella liberazione dei detenuti politici dalla prigione borbonica di Ponza e quindi nel provocare una rivolta in terraferma. Un contributo finanziario fu offerto dal banchiere livornese Adriano Lemmi.[1]
Il piano originale, secondo il metodo insurrezionale mazziniano, prevedeva di far scoppiare la rivolta in Sicilia, dove era molto diffuso il malcontento contro i Borbone, e da lì estenderla a tutto il Mezzogiorno d'Italia. Successivamente invece si pensò più opportuno, partendo dal porto di Genova, di fare tappa a Ponza per liberare alcuni prigionieri politici, lì rinchiusi, ed impiegarli per rinforzare le file della spedizione, per poi dirigersi a Sapri, che, posta al confine tra Campania e Basilicata, era ritenuta un punto strategico ideale per attendere dei rinforzi e marciare su Napoli.
Alla vicenda è dedicata la celebre poesia La spigolatrice di Sapri di Luigi Mercantini, nella quale il poeta racconta i fatti dal punto di vista di una contadina che assiste all'arrivo dei rivoluzionari ed incontra Pisacane innamorandosene, quindi parteggia per la spedizione e vi si unisce, ma si ritrova infine costretta ad assistere alla disfatta.