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Sconfinamento della guerra civile siriana in Turchia

Sconfinamento della guerra civile siriana in Turchia
parte della guerra civile siriana
Data22 giugno 2012 - 31 dicembre 2014
LuogoConfine tra Turchia e Siria
EsitoVittoria del governo turco
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
178 aerei delle forze armate685 aeromobili
668 militari
31.500 - 100.000 miliziani
Perdite
Siria:
1 pilota ucciso
44 soldati uccisi
22 catturati
1 Mi-17 abbattuto
1 MiG-23 abbattuto
1 Mohajer-4 drone abbattuto
Russia:

2 militari uccisi

1 SU-24 abbattuto
329 militari uccisi e 1 F-4 abbattuto (secondo la Turchia)
126 militari uccisi (secondo SOHR)
3736 morti
417 catturati
70 civili morti
almeno 153 civili feriti
almeno 5 miliziani ribelli uccisi
Voci di crisi presenti su Wikipedia

Lo sconfinamento della guerra civile siriana in Turchia consiste in una serie di episodi che hanno coinvolto le forze armate turche e le siriane nel corso della guerra civile siriana determinando un innalzamento della tensione tra i due paesi e la morte di civili e soldati di entrambi gli schieramenti. Da gennaio 2014 gli episodi coinvolgono anche i miliziani dello Stato Islamico dell'Iraq e Levante.

Fin dalle prime fasi della sollevazione popolare contro il governo siriano nel 2011, la Turchia ha subito condannato la repressione perpetrata dalle forze dell'ordine e chiesto le dimissioni del presidente Bashar al-Assad. A partire dall'agosto 2011, il governo turco ha fornito supporto politico e materiale alle forze di opposizione siriane. Il Consiglio nazionale siriano, principale organo politico dei ribelli fino al novembre 2012 è stato costituito a Istanbul e il centro operativo dell'Esercito Siriano Libero si trova entro i confini turchi fino alla seconda metà del 2012[1].

A causa del lungo e difficilmente controllabile confine tra Turchia e Siria, al massiccio afflusso di profughi in fuga dai combattimenti e all'accesso di volontari stranieri dal confine turco[2], la Turchia ha gradualmente ammassato truppe al confine siriano[3].

A seguito del conflitto tra lo Stato Islamico dell'Iraq e Levante e il resto delle forze ribelli in Siria a partire dal gennaio 2014, la Turchia è protagonista anche di azioni contro le milizie islamiste che oltrepassano il confine. Tale conflitto aumenta di intensità a fine settembre 2014, quando, come conseguenza dell'offensiva dell'ISIS sulla regione siriana a maggioranza curda di Kobanê, un flusso di 160.000 profughi varca il confine. Il 2 ottobre il parlamento turco approva una mozione che permette alle forze armate di eseguire operazioni in Siria e Iraq volte a creare una fascia di sicurezza oltre confine[4].

  1. ^ (EN) Anne Barnard and Hania Mourtada, Rebels Announce Move of Headquarters From Turkey to ‘Liberated’ Syria Territory, in The New York Times, 22 settembre 2012.
  2. ^ Alberto Tetta, Guerra in Siria, profughi e combattenti in Turchia, in BabelMed, 21 agosto 2012.
  3. ^ La Turchia concentra mezzi corazzati sul confine siriano, in La Voce della Russia, 23 settembre 2012. URL consultato il 3 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2013).
  4. ^ Isis, Turchia: “Sì a truppe in Siria e Iraq”. Damasco: “Sarebbe una vera aggressione”, in Il Fatto Quotidiano, 4 ottobre 2014.

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