Politetrafluoroetilene | |
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monomero base del Teflon modello 3D del polimero | |
Abbreviazioni | |
PTFE | |
Nomi alternativi | |
Teflon, Fluon, Algoflon, Hostaflon, Inoflon, Guaflon, MecFlon | |
Caratteristiche generali | |
Composizione | Polimero del tetrafluoroetene |
Aspetto | Solido |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/l, in c.s.) | 2200 |
Temperatura di fusione (K) | 327 °C (600,15 K) |
Il politetrafluoroetilene (PTFE) è il polimero appartenente alla classe dei perfluorocarburi (PFC) derivante dall'omopolimerizzazione del monomero tetrafluoroetene. Quest'ultimo è dimostrato altamente cancerogeno in caso di esposizione (permanenza e assunzione) prolungata nel tempo.
Normalmente è più conosciuto attraverso le sue denominazioni commerciali Teflon, Fluon, Algoflon, Hostaflon, Inoflon e Guaflon, MecFlon, in cui al polimero vengono aggiunti altri componenti stabilizzanti e fluidificanti per migliorarne le possibilità applicative, oppure cariche a base di silice, carbone, bronzo, inox e solfato di bario per incrementare le prestazioni in ambito meccanico, pneumatico o chimico, così come per applicazioni farmaceutiche.
È una materia plastica liscia al tatto e resistente a temperature fino ai 260 °C (533,1 K), usata nell'industria per ricoprire superfici sottoposte ad alte temperature alle quali si richiede una "antiaderenza" e una buona inerzia chimica.[1] Le padelle da cucina definite "antiaderenti", sono tali perché ricoperte all'interno di uno strato di PTFE (Teflon).
È inoltre il materiale con il coefficiente di attrito più basso conosciuto, con attrito dinamico TFE-Acciaio pari a 0,04, mentre l'attrito statico è pari a 0,07 / 0,14[2].