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Operette morali

Voce principale: Opere di Giacomo Leopardi.
Operette morali
Frontespizio dell'edizione Starita (Napoli, 1835)
AutoreGiacomo Leopardi
1ª ed. originale1827
GenereDialoghi e Novelle
SottogenereFilosofico
Lingua originaleitaliano

Le Operette morali sono una raccolta di ventiquattro componimenti in prosa, divise tra dialoghi e novelle, dallo stile medio e ironico, scritte tra il 1824 ed il 1832 dal poeta e letterato Giacomo Leopardi.

Furono pubblicate in edizione definitiva a Napoli nel 1835,[1] dopo due edizioni intermedie nel 1827 e nel 1834. A differenza dei Canti, sono state concepite nel corso di un singolo anno, nel 1824, anche se le differenti edizioni testimoniano integrazioni di dialoghi successivi e aggiustamenti circa il messaggio finale.

Le Operette costituiscono l'approdo letterario di quasi tutto lo Zibaldone.[2] I temi sono quelli cari al poeta: il rapporto dell'uomo con la storia, con i suoi simili ed in particolare con la Natura, di cui Leopardi matura una personale visione filosofica; il confronto tra i valori del passato e la situazione statica e degenerata del presente; la potenza delle illusioni, la gloria e la noia. Sono tematiche riproposte alla luce del cambiamento radicale avvenuto nel cuore dello scrittore:[3] la ragione non è più un ostacolo alla felicità, ma l'unico strumento umano per sfuggire alla disperazione.

Le Operette furono spesso confuse con un progetto parallelo del padre Monaldo, che ebbe molto successo[4] e di cui spesso Giacomo era citato come l'autore, procurando al poeta frustrazione e imbarazzo.

  1. ^ Edizione censurata, ma ristampata dieci anni dopo dall'amico Antonio Ranieri, per l'editore Le Monnier. Vedi anche l'Edizione del '35 e quella del '45.
  2. ^ Scrive Leopardi:

    «Il frutto della mia vita finora passata [...]»

  3. ^ In questo punto la critica colloca il passaggio di Leopardi da un materialismo storico-progressivo, secondo il quale l'uomo ha perso la possibilità di essere felice quando all'immaginazione si è sostituito il raziocinio, ad un materialismo cosmico, tesi radicale che crede l'uomo infelice a causa della natura indifferente.
  4. ^ L'opera maggiore di Monaldo Leopardi sono i Dialoghetti sulle materie correnti nell'anno 1831, usciti nel gennaio 1832 con lo pseudonimo di 1150, MCL in cifre romane, iniziali di Monaldo Conte Leopardi. Ebbero immediatamente un grande successo, sei edizioni in pochi mesi, e sono stati tradotti in più lingue. Giacomo, da Roma, ne informa il padre in una lettera dell'8 marzo:

    «I Dialoghetti, di cui la ringrazio di cuore, continuano qui ad essere ricercatissimi. Io non ne ho più in proprietà se non una copia, la quale però non so quando mi tornerà in mano.»

    I suoi scritti esprimevano gli ideali dell'assolutismo e della reazione. Tra le tesi sostenute, la necessità di restituire la città di Avignone al papato e il Ducato di Parma ai Borbone; la critica a Luigi XVIII di Francia per la concessione della costituzione e la proposta della suddivisione del territorio francese fra Inghilterra, Spagna, Austria, Russia, Paesi Bassi, Baviera e Piemonte; infine, la difesa dell'oppressione turca sul popolo greco.


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