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Omofonia (musica)

Omofonia in If ye love me di Tallis, composta nel 1549. Il soprano canta la melodia (la linea principale) mentre le voci più basse riempiono l'armonia (come linee di supporto). L'unisono ritmico in tutte le parti rende questo passaggio un esempio di omoritmia. Questo esempio può essere ascoltato nel seguente esempio di ascolto.

Nella musica, omofonia[1][2] Greco: ὁμόφωνος, homóphōnos, da ὁμός, homós, "stesso" e φωνή, phōnḕ, "suono, tono") è una struttura in cui una parte primaria è supportata da uno o più elementi aggiuntivi che incarnano l'armonia e spesso forniscono contrasto ritmico.[3] Questa differenziazione dei ruoli contrasta con la polifonia a voce uguale (in cui linee simili si muovono con indipendenza ritmica e melodica per formare una trama uniforme) e la monofonia (in cui tutte le parti si muovono all'unisono o alle ottave).[4] Storicamente l'omofonia e i suoi ruoli differenziati per le parti sono emersi in tandem con la tonalità, che ha dato diverse funzioni armoniche al soprano, al basso e alle voci interiori.

Una struttura omofonica può essere omoritmica,[5] il che significa che tutte le parti hanno lo stesso ritmo.[6] La struttura corale è un'altra variante dell'omofonia. Il tipo più comune di omofonia è l'omofonia dominata dalla melodia, in cui una voce, spesso la più alta, canta una melodia distinta e le voci di accompagnamento lavorano insieme per articolare un'armonia sottostante.[7]

Inizialmente, nell'Antica Grecia, l'omofonia indicava la musica in cui una singola melodia viene eseguita da due o più voci all'unisono o ottave, cioè la monofonia con voci multiple. L'omofonia come termine apparve per la prima volta in inglese con Charles Burney nel 1776, nel sottolineare la concordia della melodia armonizzata.[8]

  1. ^ "Homophony", su merriam-webster.com, Merriam-Webster Dictionary. URL consultato il 21 gennaio 2016.
  2. ^ "Homophony", su en.oxforddictionaries.com, Oxford Dictionaries, Oxford University Press. URL consultato il 21 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2019).
  3. ^ Taub, Monte. "Textural Constructions in Music". Journal of Music Theory Pedagogy, vol. 1, no. 2 (Fall 1987).
  4. ^ McKay, George Frederick (2005). Creative Orchestration. George Frederick McKay Music Publishing Co., Bainbridge Island, WA. (Originally published by Allyn & Bacon, Boston 1963, 2nd Ed. 1965).
  5. ^ Griffiths, Paul (2005). The Penguin Companion to Classical Music. ISBN 0-14-051559-3.
  6. ^ Randel, Don Michael (2002). The Harvard Concise Dictionary of Music and Musicians. ISBN 0-674-00978-9.
  7. ^ Hyer, Brian. "Homophony", Grove Music Online ed. L. Macy (accessed 24 September 2006), Online Archiviato il 16 maggio 2008 in Internet Archive. (Subscription required).
  8. ^ Todd Michel McComb, ed. "What is monophony, polyphony, homophony, monody etc.?" Early Music FAQ (accessed 19 May 2009). The Online Etymology Dictionary ([1] gives 1768 as the date of earliest usage of the word, but without reference.

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