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Josef Mengele

Josef Rudolf Mengele
Josef Mengele ad Auschwitz Birkenau nel 1944
Soprannome"Todesengel" ("Angelo della Morte")
"weißer Engel" ("Angelo Bianco")
"Wolfgang Gerhard" (Nome di sepoltura)
NascitaGünzburg, 16 marzo 1911
MorteBertioga, 7 febbraio 1979
Cause della morteictus
Dati militari
Paese servitoGermania (bandiera) Germania
Forza armataHeer
Waffen-SS
SS-Totenkopfverbände
SpecialitàMedico militare
Unità 5. SS-Panzer-Division "Wiking"
RepartoCampo di concentramento di Auschwitz
Anni di servizio1938 - 1945
GradoSS-Hauptsturmführer (capitano)
Ferite1942
ComandantiRudolf Höß
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Russia
DecorazioniCroce di Ferro di I Classe
Altre caricheDirettore della sperimentazione umana condotta sui prigionieri di Auschwitz-Birkenau e selezione dei prigionieri gassati nel campo
Firma
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Josef Rudolf Mengele (IPA [ˈjoːzɛf ˈmɛŋələ][1]; Günzburg, 16 marzo 1911Bertioga, 7 febbraio 1979) è stato un criminale tedesco di guerra e contro l'umanità.

Laureato in antropologia all'Università Ludwig Maximilian di Monaco e in medicina all'Università Goethe di Francoforte, è noto per i crudeli esperimenti medici e di eugenetica che svolse nel campo di concentramento di Auschwitz Birkenau, usando i deportati come cavie umane, soprattutto bambini (era ossessionato dai gemelli); era chiamato da loro lo Zio e lui li definiva «le mie cavie».[2][3] Gran parte dei bambini che furono sue vittime erano appartenenti ai popoli romaní.[4]

Nel 1940 si arruolò come volontario nel servizio militare, successivamente servì la 5. SS-Panzer-Division "Wiking" nel fronte orientale. Nel 1942 fu ferito sul fronte russo e giudicato inadatto al combattimento; venne promosso al rango di capitano delle SS grazie al salvataggio di due soldati tedeschi, per il quale venne decorato con la croce di ferro. Il 30 maggio 1943 cominciò a prestare servizio nel campo di concentramento di Auschwitz, dove rimase fino al termine del conflitto. Per la sua attività svolta nel campo di concentramento era stato soprannominato «Angelo della morte» (in tedesco Todesengel). La sua figura assunse triste notorietà, soprattutto nel secondo dopoguerra, come esempio di negazione dei principi stessi della medicina.

Sopravvisse alla caduta del regime nazista riuscendo a sfuggire al processo di Norimberga, rifugiandosi nel 1949 in Sud America, dopo un periodo vissuto in incognito in Germania, spostandosi successivamente in diversi Paesi tra cui Argentina, Paraguay e Brasile. Il falso documento di identità che gli permise di emigrare gli fu rilasciato a Termeno (in Alto Adige), comune noto per avere rilasciato diversi falsi documenti di identità ad altri criminali nazisti come Adolf Eichmann[5], in questo caso col beneplacito del vicario di Bressanone, Alois Pompanin.

Nonostante fosse ricercato come criminale di guerra, sfuggì alla cattura per il resto della sua vita di 34 anni. Morì annegato a seguito di un ictus mentre nuotava in un luogo di villeggiatura presso Bertioga in Brasile il 7 febbraio 1979. Venne seppellito in un sobborgo di San Paolo con il falso nome di "Wolfgang Gerhard"[6][7]. La polizia tedesca nel 1985 seguendo una pista che riportava ad un amico di famiglia di Mengele riuscì a trovare la tomba, esumò il cadavere che «esperti forensi brasiliani» in seguito identificarono proprio come Mengele, ma sarà alcuni anni dopo e precisamente nel 1992, che le prove genetiche del DNA confermeranno definitivamente che quei resti erano proprio quelli di Josef Mengele[6].

  1. ^ (EN) Pronunciation of mengele - how to pronunce mengele correctly., su howjsay.com. URL consultato il 30 marzo 2010.
  2. ^ (EN) Joshua A. Perper e Stephen J. Cina, When Doctors Kill: Who, Why, and How, Springer Science & Business Media, 12 agosto 2010, ISBN 978-1-4419-1371-5. URL consultato il 26 ottobre 2017.
  3. ^ Josef Mengele - Il medico della morte - La Storia siamo noi. URL consultato il 26 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2017).
  4. ^ Josef Mengele, l’efferato medico nazista di Auschwitz, su www.storicang.it, 20 ottobre 2021. URL consultato il 2 settembre 2023.
  5. ^ Nazisti, in Sud Tirolo il rifugio delle SS in fuga - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 25 aprile 2016.
  6. ^ a b Josef Mengele, su encyclopedia.ushmm.org. URL consultato l'11 ottobre 2021.
  7. ^ Josef Mengele (1911 - 1979), su jewishvirtuallibrary.org. URL consultato l'11 ottobre 2021.

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