Giuseppe Dabormida | |
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Ministro degli affari esteri del Regno di Sardegna | |
Durata mandato | 4 novembre 1852 – 10 gennaio 1855 |
Monarca | Vittorio Emanuele II di Savoia |
Capo del governo | Camillo Benso, conte di Cavour |
Predecessore | Massimo d'Azeglio |
Successore | Camillo Benso, conte di Cavour |
Durata mandato | 19 luglio 1859 – 21 gennaio 1860 |
Capo del governo | Alfonso La Marmora |
Predecessore | Camillo Benso, conte di Cavour |
Successore | Camillo Benso, conte di Cavour |
Ministro della guerra del Regno di Sardegna | |
Durata mandato | 15 agosto 1848 – 11 ottobre 1848 |
Monarca | Carlo Alberto di Savoia |
Capo del governo | Cesare Alfieri di Sostegno |
Predecessore | Giacinto Provana di Collegno |
Durata mandato | 11 ottobre 1848 – 27 ottobre 1848 |
Capo del governo | Ettore Perrone di San Martino |
Successore | Alfonso La Marmora |
Durata mandato | 27 marzo 1849 – 29 marzo 1849 |
Monarca | Vittorio Emanuele II |
Capo del governo | Claudio Gabriele de Launay |
Successore | Enrico Morozzo Della Rocca |
Senatore del Regno di Sardegna e e del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 19 novembre 1852 – 10 agosto 1869 |
Legislatura | dalla IV (nomina 7 novembre 1852) alla X |
Coalizione | Connubio |
Tipo nomina | Categorie: 3, 5 |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Deputato del Regno di Sardegna | |
Durata mandato | 8 maggio 1848 – 4 novembre 1852 |
Legislatura | I, II, III, IV |
Collegio | Avigliana |
Incarichi parlamentari | |
II Legislatura del Regno di Sardegna:
IV Legislatura del Regno di Sardegna:
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Destra storica |
Professione | Militare di carriera (Esercito) |
Giuseppe Secondo[1] Dabormida (o Da Bormida) (Verrua Savoia, 21 novembre 1799 – Buriasco, 10 agosto 1869) è stato un generale e politico italiano. Conte dal 1863.
Fu ministro della Guerra del Regno di Sardegna dal 22 agosto 1848 al 27 ottobre 1848 durante la prima guerra di indipendenza, periodo nel quale ebbe contrasti con re Carlo Alberto su questioni militari. Sull'esercito piemontese, che considerava inadeguato alle circostanze, avviò una riforma poi proseguita da Alfonso La Marmora.
Dal 4 novembre 1852 al 10 gennaio 1855 fu ministro degli Esteri del primo governo Cavour. Partecipò alle trattative per l'ingresso del Regno di Sardegna al fianco di Francia e Gran Bretagna nella guerra di Crimea, ma abbandonò l'incarico quando il presidente del Consiglio e Vittorio Emanuele II decisero l'intervento senza garanzie per il Piemonte. Dal 19 luglio 1859 al 21 gennaio 1860 fu di nuovo ministro degli Esteri nella fase delicata che seguì l'armistizio di Villafranca. La sua politica estera fu ispirata alla cautela.
Fu il precettore di Vittorio Emanuele II e un rinomato esperto di artiglieria.