Diario di Rywka Lipszyc | |
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Titolo originale | The Diary of Rywka Lipszyc |
Autore | Rywka Lipszyc |
1ª ed. originale | 2014 |
1ª ed. italiana | 2015 |
Genere | diaristico |
Sottogenere | Autobiografico |
Lingua originale | polacco, yiddish, ebraico |
«Com'è bello il tempo oggi! [..] Mi è venuto in mente che siamo privati di tutto in questo ghetto, non siamo che schiavi; con tutta la mia forza di volontà sto cercando di allontanare questi pensieri inquietanti per non rovinare il mio piccolo momento di gioia. È così difficile! Fino a quando, o Signore? Penso che la vera primavera arriverà solo quando saremo liberi. Oh, quanto mi manca questa cara e veramente grande Primavera [...]»
Il diario di Rywka Lipszyc è una diario di una ragazzina ebrea di quattordici anni segregata ed emarginata nel famigerato ghetto di Łódź [2], il secondo per grandezza tra i ghetti nazisti istituiti dal Terzo Reich in Polonia[3] dopo il Ghetto di Varsavia. Il ghetto fu tristemente famoso per una popolazione che fu progressivamente ridotta dalle disumane condizioni di vita e di lavoro e dall'invio di decine di migliaia di bambini e anziani nei campi di sterminio e nelle sue camere a gas. Il diario si aggiunge alla peculiarità della immensa documentazione sia di documenti che fotografica[4] che in controtendenza a quanto accadeva in altri ghetti, esiste invece copiosa per il ghetto di Łódź[5].
Manoscritto dalla ragazzina, il diario è "sopravvissuto" per puro caso fra le macerie dei crematori di Auschwitz-Birkenau dove venne trovato fortuitamente da un medico dell'Armata Rossa e rappresenta ad avviso degli storici e studiosi di manoscritti, uno scritto di indubbia autenticità e importanza dove i sentimenti e le emozioni della piccola scrittrice sono raccontati con una semplicità di linguaggio disarmante, dettato anche da una grande fede religiosa, qualità che riusciranno a commuovere i lettori del diario preservandone la Memoria nonostante Rywka « [...] deportata a Auschwitz-Birkenau nell’agosto del 1944[...] sopravvisse al campo e alla marcia della morte per Bergen-Belsen [...] liberata nell’aprile del 1945, ma troppo malata per essere evacuata fu trasferita in un ospedale di Niendorf, in Germania, [...] morì all’età di 16 anni»[6][7].