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Ai-Khanum

Ai-Khanum
Capitelli da Ai-Khanum, oggi al British Museum.
Localizzazione
StatoAfghanistan (bandiera) Afghanistan
DistrettoImam Sahib
Altitudine430 m s.l.m.
Mappa di localizzazione
Map
Piatto in argento raffigurante Cibele e ritrovato ad Ai-Khanum

Ai-Khanum o Ay-Khanum o Ai Xanum[1] (in usbeco: "Signora Luna"), probabilmente da identificare con Alessandria sull'Oxus, è un sito archeologico pertinente ad un'antica città greco-ellenistica, che si trova nell'attuale Afghanistan, all'estremità orientale della pianura di Battriana, sulla riva sinistra del fiume Panj uno dei due rami sorgentiferi del fiume Amu Darya (Oxus) (pianura di loess). Il territorio è formato da una collina piatta alla sommità, alta 60 m, che delimita, insieme ai due fiumi Panj e Kokcha, una vasta area triangolare di 1,9 x 1,6 km, circondata da possenti mura di cinta in mattoni crudi alto più di 10 metri e avente uno spessore di 8 metri e comprendente due grosse torri e da un fossato per rendere difficile l'avvicinamento.

La fondazione della città è stata attribuita ad Alessandro Magno, nel corso della sua conquista dell'Asia centrale (329-327 a.C.), ma si deve più probabilmente a Seleuco I, sul finire del IV secolo a.C. La Battriana rimase relazionata con la civiltà mediterranea grazie al governo dei seleucidi e intorno al 250 a.C. la Battriana, dovendo opporsi a potenze rivali occidentali, si staccò per diventare un regno autonomo. Verso il 145 a.C. un'ondata di tribù nomadi cacciò i Greci dalla città e dalla Battriana orientale. Dopo una breve occupazione da parte delle popolazioni locali, il sito venne definitivamente abbandonato a eccezione della cittadella, che continuò a vivere fino agli inizi del I secolo d.C.

Ancora prima che nascesse la città ellenica, il luogo era coltivato grazie al contributo di una rete di canali di irrigazione, inoltre le montagne adiacenti offrivano siti ideali per i pascoli estivi oltre ad un buon quantitativo di minerali.[2] Il sito disponeva di difese naturali, quali un'acropoli rialzata di una sessantina di metri rispetto al resto del luogo, e una scarpata che dai due fiumi proteggeva i due lati meridionali e occidentali.

Il sito fu riscoperto nel 1962, casualmente, dallo studioso Daniel Schlumberger, durante una battuta di caccia, durante la quale alcuni uomini inciamparono in un blocco di calcare bianco che si rivelò un capitello corinzio di evidente origine greca. Venne dunque individuato l'impianto urbano. Le indagini su questo sito, condotte fino al 1979, portarono alla luce una città ellenistica, che colmò il vuoto sulle conoscenze dell'influenza greca in Asia centrale.

  1. ^ In: Josef Wiesehöfer. La Persia antica. Il Mulino, Bologna 2003. pp. 80-81.
  2. ^ "Un'antica città greca nell'Asia centrale", di Paul Bernard, pubbl. su "Le Scienze (Scientific American)", num. 163, marzo 1982, pagg. 106-115.

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